- 📌A cosa serve diclofenac sodico nei disturbi infiammatori e dolorosi
- 📌Come agisce diclofenac sodico nel controllo del dolore e dell’infiammazione
- 📌In quali casi si utilizza diclofenac sodico e con quali formulazioni
- 📌Quali effetti collaterali può causare diclofenac sodico
- 📌In quali casi è controindicato l’uso di diclofenac sodico
- 📌Quali interazioni ha diclofenac sodico con altri farmaci
A cosa serve diclofenac sodico nei disturbi infiammatori e dolorosi
Diclofenac sodico è un principio attivo presente nei farmaci antinfiammatori non steroidei (FANS) utilizzati per il trattamento del dolore e dell’infiammazione in diverse condizioni cliniche. Diversi prodotti molto usati in Italia, contengono il Diclofenac sodico, come ad esempio il Voltaren, ed è per questo che bisogna conoscere la sua azione. Viene prescritto principalmente in presenza di patologie muscolo-scheletriche, malattie reumatiche, traumi e dolori mestruali. Le sue proprietà comprendono l’attività analgesica, l’effetto antinfiammatorio e l’azione antipiretica, tutte riconducibili all’inibizione della sintesi delle prostaglandine.
Diclofenac sodico è indicato in caso di dolore acuto o cronico derivante da traumi come distorsioni, contusioni, stiramenti muscolari o tendiniti. È spesso impiegato nel trattamento di lombalgia, cervicalgia, borsite e sindromi dolorose articolari. In ambito reumatologico, trova applicazione nel trattamento sintomatico di artrite reumatoide, spondilite anchilosante e artrosi. È anche efficace nel dolore post-operatorio o post-traumatico di lieve o moderata entità.
Il principio attivo è incluso in numerose formulazioni: compresse, supposte, soluzioni iniettabili, gel e cerotti transdermici. L’uso topico è riservato a condizioni localizzate come infiammazioni articolari superficiali o tendiniti, mentre la via sistemica viene preferita nei quadri infiammatori diffusi o nei dolori intensi.
Nel paragrafo successivo verranno analizzati i meccanismi farmacologici attraverso cui il diclofenac sodico esercita i suoi effetti antinfiammatori, analgesici e antipiretici.
Come agisce diclofenac sodico nel controllo del dolore e dell’infiammazione
Diclofenac sodico agisce inibendo l’attività dell’enzima ciclossigenasi (COX), fondamentale per la sintesi delle prostaglandine. Le prostaglandine sono mediatori chimici coinvolti nella risposta infiammatoria, nella percezione del dolore e nella regolazione della temperatura corporea. Il farmaco inibisce principalmente la forma COX-2, associata ai processi infiammatori, ma può influenzare anche COX-1, con implicazioni sulla mucosa gastrica e sulla funzione piastrinica.
L’inibizione della COX-2 determina una riduzione della produzione locale di prostaglandine nei tessuti infiammati. Questo effetto comporta un miglioramento del gonfiore, dell’edema e del dolore associati all’infiammazione. Il farmaco esercita un’azione sia a livello periferico, sui tessuti coinvolti nel processo infiammatorio, sia a livello centrale, nel sistema nervoso, modulando la trasmissione del dolore.
L’effetto antipiretico si manifesta mediante l’azione ipotalamica, che contribuisce all’abbassamento della temperatura corporea in presenza di febbre. L’azione analgesica si osserva già a dosi terapeutiche moderate, rendendo il farmaco adatto al trattamento sintomatico di dolori articolari e muscolari, oltre che per dismenorrea e dolore post-traumatico.
Nel prossimo paragrafo verranno approfonditi i contesti clinici specifici in cui il diclofenac sodico è raccomandato, con indicazioni pratiche sull’uso in patologie frequenti.
In quali casi si utilizza diclofenac sodico e con quali formulazioni
Diclofenac sodico è utilizzato in un ampio spettro di condizioni dolorose e infiammatorie, in forma acuta o cronica. Nei disturbi muscoloscheletrici, è indicato per il trattamento di dolori derivanti da traumi sportivi, sovraccarichi funzionali, strappi muscolari, tendiniti e contratture. In questi casi, le formulazioni topiche (gel e cerotti) offrono un’azione mirata e limitano l’assorbimento sistemico.
Nel trattamento delle patologie reumatiche, come artrosi, artrite reumatoide e spondilite anchilosante, il farmaco viene somministrato in compresse o iniettabili per ottenere una risposta sistemica. La posologia standard varia da 50 mg a 150 mg al giorno, suddivisa in più somministrazioni, in funzione della gravità del quadro clinico. In caso di dolore mestruale (dismenorrea primaria), il trattamento viene avviato all’esordio dei sintomi e può proseguire per alcuni giorni, con dosaggi fino a 100 mg/die.
Nei pazienti sottoposti a chirurgia o in seguito a traumi, la somministrazione intramuscolare può essere impiegata per il controllo del dolore post-operatorio nelle prime 24–48 ore. La durata del trattamento dipende dalla condizione trattata e dalla risposta individuale del paziente. L’uso topico è raccomandato nei pazienti anziani o in presenza di controindicazioni all’uso sistemico.
Nel paragrafo seguente saranno illustrate le principali reazioni avverse associate all’uso di diclofenac sodico, con particolare attenzione al profilo gastrointestinale e cardiovascolare.
Quali effetti collaterali può causare diclofenac sodico
Diclofenac sodico può causare effetti collaterali di diversa entità, in funzione della via di somministrazione, della durata del trattamento e delle caratteristiche del paziente. Gli effetti avversi più comuni riguardano l’apparato gastrointestinale, con rischio di dispepsia, gastrite, ulcera peptica e sanguinamento gastrointestinale, specialmente in caso di uso prolungato o in pazienti anziani. L’associazione con gastroprotettori come gli inibitori di pompa protonica può ridurre tali eventi.
A livello cardiovascolare, l’assunzione cronica o ad alto dosaggio è stata associata a un aumento del rischio di eventi trombotici, infarto del miocardio e ictus ischemico. Il rischio cardiovascolare è più rilevante nei pazienti con anamnesi di ipertensione, dislipidemia o malattia coronarica. Per questo motivo, la durata della terapia dovrebbe essere la più breve possibile e la dose più bassa efficace.
Tra gli effetti collaterali meno comuni, si segnalano reazioni cutanee come rash, orticaria o dermatite da contatto (in caso di uso topico), alterazioni epatiche con innalzamento delle transaminasi, nefrotossicità con ritenzione idrica e ipertensione. Possono manifestarsi anche reazioni allergiche gravi, come l’angioedema e lo shock anafilattico, in soggetti predisposti.
Il prossimo paragrafo affronterà le principali controindicazioni all’uso di diclofenac sodico e i soggetti per i quali è necessaria cautela nella somministrazione.
In quali casi è controindicato l’uso di diclofenac sodico
Diclofenac sodico è controindicato nei pazienti con ipersensibilità nota al principio attivo o ad altri FANS. È vietato nei soggetti con storia di ulcera peptica attiva, sanguinamento gastrointestinale ricorrente o perforazione. Non deve essere somministrato a chi ha avuto reazioni allergiche gravi dopo l’assunzione di acido acetilsalicilico o altri antinfiammatori non steroidei.
Il farmaco è controindicato nei pazienti affetti da grave insufficienza epatica, renale o cardiaca. Nei soggetti con insufficienza cardiaca congestizia o con elevato rischio cardiovascolare, l’uso deve essere limitato nel tempo e monitorato clinicamente. Diclofenac non va utilizzato in gravidanza, soprattutto nel terzo trimestre, per il rischio di chiusura prematura del dotto arterioso nel feto. È inoltre sconsigliato durante l’allattamento per il possibile passaggio nel latte materno.
Particolare attenzione deve essere riservata ai pazienti con asma bronchiale, riniti croniche o poliposi nasale, in quanto esiste un rischio aumentato di broncospasmo e reazioni anafilattoidi. Anche in caso di uso concomitante di anticoagulanti, è necessaria cautela per evitare complicanze emorragiche.
Nel paragrafo successivo saranno elencate le principali interazioni farmacologiche del diclofenac sodico, con indicazioni pratiche per la gestione dei trattamenti concomitanti.
Quali interazioni ha diclofenac sodico con altri farmaci
Diclofenac sodico può interagire con numerosi principi attivi, modificandone l’efficacia o aumentando il rischio di effetti collaterali. L’associazione con anticoagulanti come warfarin o altri antiaggreganti può incrementare il rischio di sanguinamenti gastrointestinali. L’uso combinato con corticosteroidi sistemici (es. prednisone) aumenta il rischio di ulcera e perforazione gastrica.
La somministrazione concomitante con litio o digossina può aumentare le concentrazioni plasmatiche di questi farmaci, rendendo necessario un monitoraggio dei livelli ematici. Diclofenac può ridurre l’efficacia degli antipertensivi, in particolare ACE-inibitori e diuretici, e può peggiorare la funzione renale nei soggetti predisposti.
L’assunzione simultanea di metotrexato può aumentarne la tossicità ematologica, mentre l’uso con ciclosporina può potenziare la nefrotossicità. La somministrazione con altri FANS deve essere evitata, poiché non comporta un aumento dell’efficacia ma amplifica il rischio di eventi avversi.
Per garantire la sicurezza del paziente, è essenziale segnalare al medico tutti i farmaci assunti, inclusi prodotti da banco e integratori. Il controllo clinico regolare consente di prevenire complicanze e di ottimizzare la terapia con diclofenac sodico.








