
Stagione primaverile tra sole e pioggia e nel mese di Aprile ci dirigiamo nella città Eterna cioè Roma per intervistare Dressers Roma …buona lettura.
-Ciao… di cosa ti occupi, come nasce l’idea del negozio e a cosa ti sei ispirato
Ho un negozio di abbigliamento british a Roma dal 2011
-Come si chiama il tuo shop, come sei riuscito a conciliarlo con la tua attività e da cosa nasce l’amore per lo stile british?
Dressers Roma, Il nome significa casuals nello slang scozzese, in particolare modo era usato dai lads del motherwell, lo trovai sul retro copertina del libro “casuals” di Phil Thornton, di cui se non sbaglio ricorre il decennale della prima edizione; all’epoca di questa parola l’unica fonte che avevo era appunto questo libro, tanto che per molto tempo ho avuto di dubbio di aver preso un abbaglio, poi uscì il libro “dressers” fatto appunto dai ragazzi del motherell e mi tranquillizzai.
Sono stato il primo a chiamare un negozio dressers, poi ne uscirono altri e anche altri siti con questa dicitura ma il mio è l’originale.
Il negozio è il mio unico lavoro quindi direi che concilia tutto, quindi come direbbe Proietti in febbre da cavallo “contravveniva a più riprese agli articoli: 1, 2, 13, 35, 26, 1959, 54 e 11 del codice della strada! Sono 47.500£… me pare! che fa concilia?”.
L’amore dallo stile british nasce dalla mia passione per le sottoculture la musica ed il calcio d’oltremanica
-Quali sono le nuove tendenze che vanno per la maggiore nel tuo corner, ed è uno stile che trova riscontro nella città?
Roma è una grande città quindi dirti che trova riscontro sarebbe un esagerazione, ma dato che il negozio è aperto da quasi 8 anni direi che alla fine il riscontro c’è. Le tendenze variano da anno in anno, forse più che sulle marche c’è la tendenza al capo d’abbigliamento.
-Quali prodotti uk sono in trend e quale capo d’abbigliamento secondo te è un evergreen per eccellenza che non deve mancare mai nell’ armadio dei tuoi clienti?
Sicuramente Lyle & Scott va per la maggiore in questo periodo. Io sono pazzo per i capispalla, quindi a mio avviso ognuno di noi dovrebbe avere una moltitudine di giacche.
-Che tipo di targhet riesci a intercettare nei tuoi compratori e se hai trovato difficoltà all’inizio della tua carriera.
Il target è il più disparato, dai 16 a 40 direi. Le difficoltà all’inizio erano soprattutto dovute all’inesperienza, poi
piano piano, sopratutto dagli errori si impara !
-Cosa ti senti di dire ai nostri lettori su ciò’ che concerne lo stile british che può’ andare dai vestiti, alla musica “caposaldo” di tutto, ai pub e alle gradinate per concludere questa nostra chiacchierata.
È una domanda troppo aperta, ci vorrebbe un giorno per rispondere, diciamo che inviterei tutti a viaggiare ed osservare, la prima esperienza è live stadio concerti o pub, parlare e confrontarsi con tutti e ovviamente leggere non fermandosi solo alle foto ma approfondire, qui un piccolo sassolino me lo tolgo su dressersroma.com potranno trovare gratuitamente tutti i numeri di style wars, da cui secondo me è ripartita la voglia di fanzine!
British style italian mind, stay tuned.